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Paghi 500mila euro e sei un boss di Forza Italia

di Marcella Ciarnelli - L'Unità Online

Fare la “ola” seduto al fianco di Silvio Berlusconi ad una partita del Milan o dividere con il presidente del Consiglio un piatto di pennette tricolore cucinate dal fido cuoco Michele oppure partecipare ad incontri privati sempre con il leader incontrastato costerà cinquecentomila euro. Proprio un miliardo delle vecchie lire tanto care al premier che non riesce a nascondere la sua difficoltà a far di conto con la moneta europea. La clamorosa cifra è quella che dovrà essere disposto a spendere un imprenditore che venisse colto dall’irresistibile desiderio di sostenere economicamente Forza Italia.

In cambio del salasso, oltre alle visioni sopra descritte, avrà diritto anche ad incontrare i dirigenti nazionali del partito e i ministri azzurri, ad avere un accesso riservato nelle manifestazioni ed anche una sala personale nella sede del partito. È questo il massimo dell’esborso previsto da un progetto che ha avuto l’ok del premier che ha trovato un modo per non essere sempre e solo lui a dover mettere le mani nel portafoglio. L’iniziativa per ora sarà sperimentata in Lombardia ma, negli intenti di chi lo ha elaborato, è destinato ad espandersi in tutt’Italia a macchia d’olio, in modo da poter affrontare le elezioni dell’anno prossimo con le casse ben ricolme.

I cinquecentomila euro sono la meta per pochi. Per gli imprenditori più taccagni sono state previste adesioni che vanno dai centomila euro a salire, su, su, fino a trecentomila. Dietro la categoria Paperoni è prevista anche la fascia dei semplici tesserati. L’offerta è diversificata in tre possibilità: tessera d’argento in cambio di mille euro, d’oro per tremila, di platino per cinquemila. Il valore sarà a scalare, come la ricarica dei telefonini. Berlusconi questi non lo vedranno neanche col cannocchiale. Si dovranno accontentare, al massimo, di un panino con Sandro Bondi o di una conversazione a quattr’occhi con la Gardini fino ad un accesso riservato in un non meglio definito sito internet.

I vertici di Forza Italia si augurano che gli «Amici azzurri» o, meglio, gli imprenditori di collegio, secondo la logica tanto cara al presidente del Consiglio, siano i più numerosi possibili. Quanti sono i consiglieri regionali che vorrebbero essere più presenti nelle vita del partito e quanti imprenditori sarebbero disposti a tutto pur di stare un passo indietro al collega che ha conquistato Palazzo Chigi? Pagare per esserci. Questa la stringente logica mercantile che poco ha davvero a che fare con la politica che pure viene evocata dai promotori dell’iniziativa quando parlano della necessità di «recuperare lo spirito del ‘94 coinvolgendo la base per dare nuovo slancio al movimento». Data l’entità delle cifre proposte più che di base sarebbe il caso di parlare di altezza.

La ricca proposta che evidentemente non tiene in alcun conto la situazione economica della maggior parte degli italiani (ma il premier va dicendo che tutto va bene) è stata elaborata da Paolo Romani, coordinatore di Forza Italia in Lombardia, con la collaborazione di Luciano Vadacca, consigliere comunale di Basiglio nonché manager d’azienda. Una volta sperimentata in terra lombarda sarà esportata nelle altre regioni «con criteri diversi naturalmente perché la Basilicata ha esigenze diverse dalla Lombardia». Fosse solo perché la partita con il Milan non può essere giocata data l’assenza di una squadra della regione in serie A.

«Vogliamo recuperare lo spirito del ‘94 e dare nuova vita a quella spinta propulsiva che animò Forza Italia quando nacque» spiega ancora Romani che illustra con dovizia di particolari l’operazione di «found raising», cioè di raccolta fondi «per le prossime campagne elettorali nella maniera più virtuosa possibile». «Puntiamo a coinvolgere la base del partito mantenendo un filo diretto con i vertici. Vogliamo conquistare consensi e ridare voce alla gente, non solo agli iscritti, agli eletti e ai militanti ma a tutti coloro che si riconoscono nei nostri ideali» aggiunge il Vadacca. Ci vuole poco. Basta pagare.

Inviata da Peo il 16/06/2005